giovedì 28 aprile 2011

SIAMO COME L'ACQUA


Inverno 2010.
Durante una delle mie escursioni solitarie rimango piacevolmente coinvolta dai giochi artistici della Natura.
E' come se avesse preso in mano una matita e avesse cominciato a disegnare sul ghiaccio.
Completamente rapita dal momento mi perdo tra i miei pensieri.

GOCCE DI ME


E' incredibile come da piccoli dettagli si possano ricavare pensieri, parole e immagini.
La Natura non è mai banale e ci offre sempre incredibili scorci completamente inaspettati: basta solo saperli guardare.
Queste fotografie sono state realizzate dopo un fortissimo acquazzone acerbo di primavera, semplicemente osservando la Terra con i suoi ristagni d'acqua riscoperti dal sole.

mercoledì 20 aprile 2011

TI SENTO PARTE DI ME


Madre e figlio indissolubilmente uniti in un unico corpo in questo labile frangente di tempo.


Questo progetto nasce come omaggio alla mia carissima amica Mara in dolce attesa.
Ho voluto regalarle un ricordo che rimarrà indelebile nel tempo. 


Ritratta nella semplicità e nei colori della nostra terra proprio perché è così che la sento: semplice e fresca come un pomeriggio primaverile

OSPEDALE PSICHIATRICO INFANTILE DI AGUSCELLO



Qualche tempo fa, in maniera totalmente casualmente, sono venuta a conoscenza di uno dei luoghi più  frequentati dai ghost hunters in Italia. 
Questo luogo è l'ex ospedale psichiatrico infantile di Aguscello.
La tragica storia compiutasi all'interno dell' edificio mi ha talmente spaventata nonché incuriosita da avventurarmi in una sorta di ricerca personale sull'argomento. 
Tutto quello che sono riuscita a trovare sono testimonianze di "leggende metropolitane" tramandate da generazioni; ma NESSUNA fonte ufficiale.
Proprio l'assenza di documenti tangibili mi spinge nel novembre del 2010 ad effettuarne un sopralluogo. Dovevo capire! Ma sopratutto dovevo toccare con mano quanto di queste "leggende" fosse verità e quanto fosse menzogna... dovevo saperlo... per tutti quei bambini!
Cercare di separare la storia passata con quella recente è risultato davvero difficile alla vista dell'edificio. Atti vandalici di ogni genere e devastazione erano l'oggetto principale della mia attenzione.
Sentivo sulla mia pelle il senso di "vuoto" che ha portato quelle persone ad esprimersi con un graffito piuttosto che con atto vandalico.
Tanta rabbia, tanta frustrazione ma non vedevo i miei bambini; quei bambini che cercavo ingenuamente di salvare nella mia mente non c'erano!
Poi ad un tratto sono entrata in una camera enorme dove c'erano grandi finestroni coperti da sporcizia dai quali filtrava una luce così "strana" che illuminava solo il centro della stanza. Sembrava quasi una scenografia teatrale. Al centro di essa vi era un telaio arrugginito di un lettino ospedaliero con accanto quello che rimaneva di una piccola sedia. In quel momento ho capito dove mi trovavo; in quel momento ho percepito il male del posto. Sola, in quella stanza, ad osservare quella scena "eterna" di un ammalato con accanto la sedia  di una madre distrutta e impotente.
Non posso dire se tutte le "leggende" siano vere, ma posso sicuramente testimoniare che all'interno di quel'edificio vi sono energie contrastanti che meritano l'attenzione dell'opinione pubblica per rendere giustizia a chi in questi luoghi vi ha lasciato tutte le speranze e tutta la vita.